Cosa e' un ERP?
Gigi, non arrabbiarti.
Cominciamo bene…
Ho anche provato a cercare in Wikipedia, ma con questi acronimi sto andando fuori di testa!
Dai, sentiamo. Vediamo se riesco a diradare la nebbia…
Allora: cos’è un ERP? Perchè pensavo il nostro fosse un ERP, ma abbiamo anche il CRM, che dovrebbe essere nell’ERP ma si trova da un’altra parte… Poi tu lo chiami ERP e non “gestionale”, e non ci capisco più nulla...
Ok, mettiamoci seduti. E apri Wikipedia.
Allora, Wikipedia dice che l’ERP è il “software di gestione che integra tutti i processi di business rilevanti di un'azienda”. E guarda quello schema, quello ovale: dice che l'ERP deve contenere il CRM, ma anche l’MRP per pianificare la produzione e altre cose di Paola, che si occupa di Business Intelligence… Ecco, ad esempio, perché non abbiamo una Business Intelligence integrata?
Se non cambi quel tono accusatorio ti lascio a vagare nella nebbia.
È solo per capire! Vedi che voi informatici siete sempre permalosi?
Mario, è evoluzione storica! Sono definizioni che sono nate negli anni 70 e che si sono rafforzate nel 2000. Ora stiamo vivendo un altro “slancio” informatico e, pur essendo i concetti degli anni 70 ancora pienamente validi, la tecnologia ha reso le cose più fluide.
Ah! Quindi siete voi informatici a fare casino!
Sai come si dice fra sviluppatori? In informatica ci sono solo due cose complicate: il naming e la cache.
La che?
Lasciamo stare. Vediamo se riesco a spiegarti: negli anni 70 si comincia a capire che i computer hanno enormi potenzialità di applicazione in qualsiasi ambito, anche nella industria manifatturiera. In questo periodo nascono concetti, nomi e prodotti.
Inizia un trend che si afferma globalmente alla fine degli anni 90 e raggiunge il suo picco all’inizio dei 2000. In quegli anni diventa chiaro che i software devono essere specializzati ma le informazioni devono essere condivise globalmente. Di conseguenza, l’ERP sarebbe in realtà un insieme di software che gestiscono aspetti diversi dell’azienda (magazzino, amministrazione, promozioni, assistenza clienti, etc) in un flusso unico.
Ok.
Eh, non tanto, perché in realtà non funziona. Nella pratica, in quegli anni ogni azienda ha un singolo software omnicomprensivo, un monolite, che non può soddisfare esigenze così diverse. Sono programmi complessi da utilizzare, limitati dalla tecnologia e dall’organizzazione estremamente rigida delle aziende che li utilizzano.
Vuoi dirmi che al tempo le aziende non avevano uno come te che li stressava con l’Agile, i silos di dati e tutto il resto?
L’Agile era agli albori, ma diciamo che hai centrato il punto. I concetti di Agile c’erano già, ma ci sono voluti anni perché arrivassero a maturazione e sono ancora in evoluzione. O più in generale per capire che l’organizzazione funzionale non è l’unica possibile.
Ok, ma con questo ERP a che punto siamo?
Al di là del nome, qualcuno dice che oggi siamo arrivati al vero ERP, altri che siamo nel postmortem ERP. Mettila così: siamo al punto in cui qualsiasi azienda deve avere un insieme di software che soddisfano al meglio le sue funzioni specialistiche: produttive, commerciali, amministrative, ecc... Ad esempio, bisogna poter fare una fattura elettronica ed evitare una multa dall’agenzia delle entrate, ma correlando quasi in realtime queste informazioni con il portale clienti che mostra la fattura al cliente, con il controllo di gestione che fa la quadratura con i costi, con il ticket del customer service che conferma l’importo che il commerciale aveva mandato al cliente come preventivo...
Ok, ok, ci sono: software diversi che comunica via API, giusto?
Che bello quando mi ascolti e ti ricordi...
Quindi, quando scegliamo un software ci basta che abbia le API: tu lo connetti agli altri e quell’insieme di software è sostanzialmente il vero ERP di cui si parlava negli anni 90.
Sono commosso...
Mi sono perso qualcosa?
No, tutto giusto, anche se ovviamente non così semplice. Le API possono avere scopo e tipologie diverse: vi sono quelle real-time, che comunicano utilizzando BUS di comunicazione bidirezionali, e quelle asincrone per il processing di grosse moli di dati.
Ecco, adesso mi sono perso io...
Sì, scusa. In sostanza, stiamo andando verso l'utilizzo di un mix di applicazioni on-premise e cloud-based debolmente integrate, il che consente anche la sostituzione e l’evoluzione delle singole applicazioni.
Eh?
In pratica, installeremo in ufficio solo quello che ci serve e il resto sarà in cloud o mobile: se, ad esempio, avremo bisogno di sapere se un collega risponde ad una telefonata saremo in grado di ottenere quell’informazione, visualizzeremo solo i dati che miglioreranno il nostro processo e solo quando sarà effettivamente necessario, ne prima ne dopo
Ma stai parlando al presente o al futuro?
Al presente è già così, sarà solo sempre più facile e nessuno comprerà più software non predisposti a queste possibilità. Come il nostro gestionale…
Ah, adesso ho capito, grazie. Scusa mi suona il cellulare.
Mario, dimmi solo una cosa.
Cosa?
Non lo hai letto veramente l’articolo di Wikipedia, vero?
No. Ho guardato solo le figure.
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